Sembra che gli siano sfuggite. Insomma, che non se ne sia accorto. Altrimenti sembra già di sentirlo, il premier Mario Monti, loden d’ordinanza e naso all’insù: “Ma caspita! Questo è uno spreco che l’Italia non si può permettere: rigore, rigore, rigore”. Eh, già. Forse i più non ci avranno fatto caso – in quel vortice di orari e appuntamenti che è la vita di tutti i giorni – ma le luminarie natalizie sono ancora in servizio permanente effettivo. Montate per le vie del Corso, e non solo. Accese di notte e spente, ci mancherebbe altro, di giorno. Comunque ci sono. Nonostante le feste siano passate già da tre settimane con relativi panettoni digeriti (seppur con difficoltà). Ma a Viterbo il tempo sembra essersi fermato. I fili luminosi – così precari, inutili e decadenti – pendono dai palazzi del salotto della città. Fuori tempo massimo. Chi dopo cena ha sfidato la tramontana per farsi due passi per il Corso, magari per un film al rinato cinema Genio, non ha potuto fare a meno di notare gli addobbi. Certo, fanno compagnia. In qualche modo abbracciano e riscaldono un Corso sempre più povero dove addirittura le vituperate jeanserie, sono state costrette a cedere il passo ai compro oro e ai negozi di paccottiglie assortite (per non parlare delle saracinesche tirate giù: tante). Insomma, quasi quasi fanno piacere, queste luminarie così fuori periodo. Però. Però a pensarci bene sono un segno di sciatteria. Di noncuranza. La mancanza cioè della più elementare agenda amministrativa: quella che scandisce i tempi della vita cittadina (Natale e Santa Rosa, per estremizzare). Ma anche l’assenza, a voler filosofeggiare un po’, di una classe dirigente che sappia guardare in alto invece che al proprio ombelico. Sarebbe bello sapere quanto costa al giorno questo supplemento di Natale per i viterbesi, per esempio. Al contrario, sarebbe altrettanto bello sentirsi dire una risposta così da Palazzo dei Priori: “Ci piacciono, le teniamo tutto l’anno, e allora qual è il problema?”. Andrebbe bene anche questa come teoria di pensiero. Ma la sciatteria, no. E’ una mancanza di rispetto verso gli amministrati.