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Il Pdl viterbese prova a rifarsi il trucco

ALLEGRINI

Laura Allegrini si rifà il trucco. Il Pdl ci prova

Che nel Pdl viterbese sia improvvisamente scoppiata la pace non ci crede ovviamente nessuno. Anche se ieri mattina, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei candidati azzurri, tutti hanno fatto buon viso a cattivo gioco, esaltando le possibilità che il partito ha, o dovrebbe avere, nelle consultazioni di fine febbraio. Qualcuno (come Laura Allegrini) addirittura ha esagerato, paragonando il Pdl a una Ferrari. Ma si sa, in campagna elettorale tutto è buono purché serva alla causa (ma servirà?).
Il Pdl viterbese insomma, ha tentato di rifarsi il trucco, offrendo alla stampa locale la solita passerella di nomi e di alte motivazioni, anche se qualcuno – leggi Paolo Equitani – ha dovuto spiegare la sua presenza alla conferenza stampa di sabato scorso (dove era stato ufficializzato il disimpegno totale di presidente, assessori e consiglieri provinciali dal prossimo agone politico) e a quella di ieri mattina, tenuta all’insegna del “tutto va ben, madama la marchesa”. Quando qualcuno glielo ha fatto notare, ha risposto: “Avevamo chiesto garanzie per far sì che il territorio fosse rappresentato e invece ci siamo trovati liste zeppe di romani. Però siamo del Pdl e faremo la nostra parte. Rimaniamo dentro il partito. Con più o meno entusiasmo, ma faremo la nostra parte. Poi, dopo le elezioni, si vedrà. Ma questo è un altro discorso e ognuno di noi sarà libero di fare le sue valutazioni”. E il disimpegno esternato sabato scorso? “Di disimpegno io non ne ho mai parlato. Neanche sabato”.
Visto che la colomba della pace sembra svolazzare indisturbata nella sede di via Gargana si getta acqua sul fuoco anche sulle dimissioni da presidente della Provincia di Marcello Meroi, che Giulio Marini e Gabriela Grassini avevano chiesto dopo le parole di fuoco del fine settimana. Il quale presidente, assente alla kermesse di ieri mattina, ha appreso le novità a casa sua, leggendo i siti web. E ha concesso un unico lapidario commento: “Posso assicurare tutti che io oggi ho anora le stesse opinioni che avevo sabato scorso”. E chi vuole capire, capisca. Lui non lo dice, ma pensa a Leonardo Sciascia, che divideva la categoria umana in cinque categorie: omini, mezz’omini, ominicchi, ruffiani e quacquaracquà.

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