“Nel caso del Monte dei Paschi di Siena non c’entra la politica. Ci sono altri interessi”. Ce ne ha per tutti. Per i giornalisti tuttologi che non approfondiscono i fatti, per i massoni e l’Opus Dei “che a Siena sono più potenti di noi”, per Mario Monti, Vittorio Grilli e Franco Bassanini. Ugo Sposetti, “il tesoriere rosso” come titola La Repubblica di oggi che lo ha intervistato sullo scandalo Mps, conferma di essere un politico senza peli sulla lingua. Attuale deputato nelle fila del Partito democratico e capogruppo al consiglio comunale di Viterbo, è candidato al Senato nel Lazio e ammette: “Qualche voto lo perderemo per strada”, visto che siamo in piena campagna elettorale e tutti i concorrenti stanno cavalcando la vicenda per mettere in difficoltà il partito di Bersani di fronte all’opinione pubblica. Ma guai per Sposetti a rifarne un caso come per la vicenda Unipol-Bnl. “Il caso del Monte dei Paschi di Siena – sostiene Sposetti – riguarda la politica e la sociologia. Tutto è politica. L’altro giorno Bertone e Bagnasco hanno presentato un libro e hanno fatto politica. Il Monte è il Monte. E’ la storia del Paese, delle cento città, dei mille comuni. Dal Granduca di Toscana a Mussolini, tutti hanno messo bocca sul Monte”. Quindi le critiche. Le prime rivolte ai giornalisti: “Non ne vedo uno solo che abbia voglia di ricostruire seriamente la storia della banca. Siete – accusa – tuttologi ma non sapete niente. Ci vuole tempo, dovete ascoltare, indagare, conoscere il territorio. Lì c’era pure il Pci, ma casualmente”. Visto che, è il ragionamento di Sposetti, le influenze sulla banca provenivano da tutti i partiti. Esclude, il tesoriere dei Ds, che ci sia stato un giro di mazzette dietro la compravendita di Antonveneta dal Santander, apice della mala gestione dell’istituto. “Le tangenti – sostiene – non le danno ai partiti. Voi giornalisti siete malati con questa cosa delle tangenti ai politici. So quello che dico: sono cazzate”. Anche sulle responsabilità in capo agli organismi che avrebbero dovuto controllare e non lo hanno fatto, ha le idee chiare. Non Bankitalia, bensì il ministero dell’Economia è il responsabile. “Grilli (il ministro, ndr) doveva farlo. La vigilanza sulle fondazioni spetta al suo dicastero”. Schiaffo anche a Franco Bassanini, attuale presidente della Cassa depositi e prestiti. “Come fa a occupare quel posto? Che ne sa uno come lui di depositi e prestiti?”. Non risparmia nemmeno il presidente del consiglio dimissionario. “Monti – dice – non dovrebbe parlare di politica. Anzi, dovrebbe ricordare che la politica lo ha mandato per dieci anni a Bruxelles. E non gli ha fatto per niente schifo”. Ma qualcuno Sposetti lo salva. E’ Franco Ceccuzzi, attuale candidato a sindaco di Siena per il Pd. “Il vero eroe di questa operazione è lui, non i magistrati. Ha rinunciato alla serenità di parlamentare per cercare di salvare la banca e la città. Se c’è un uomo che aveva capito cosa stava succedendo è Ceccuzzi. Gliel’hanno fatta pagare, sa. Mi auguro che ora Siena gli sia riconoscente”.