Secondo i pubblici ministeri che ne hanno chiesto l’arresto, nelle intercettazioni a loro carico “Incitavano all’odio razziale e allo squadrismo”. L’indagine condotta dai carabinieri del Ros di Napoli ha portato all’arresto di dieci persone, tutte esponenti dell’estrema destra partenopea. Le accuse sono pesanti: banda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari. Tutti giovani, tre dei quali appartenenti al movimento di estrema destra Casapound.
Come scrive La Repubblica di oggi “le indagini, legate agli scontri tra gruppi di destra e di sinistra a Napoli nel 2011, hanno consentito di documentare numerose aggressioni nei confronti di avversari politici e la sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio razziale e all’antisemitismo”. E ancora sul quotidiano diretto da Ezio Mauro si legge che “sono accusati di aver organizzato e pianificato scontri di piazza nella primavera del 2011 a Napoli”. Tra gli arrestati c’è anche Emanuela Florino, 26 anni, figlia di un ex senatore prima dell’Msi e poi di An, punta di diamante del movimento Casapound partenopeo. Florino, agli arresti domiciliari, è anche candidata nella prossima tornata elettorale nelle liste di Casapound. Al di là degli scontri tra opposti gruppi politici – che ricordano tanto quelli che ciclicamente infestano la città di Viterbo, soprattutto nel quartiere medioevale di San Pellegrino – e sorvolando sull’avere come Bibbia il “Mein Kampf” di Adolf Hitler, è nelle intercettazioni che davano il meglio di loro. In alcuni stralci, raccomanderebbero di non negare mai in pubblico l’olocausto “anche se sappiamo che sono tutte cazzate”.
E poi, le frasi che gelano. Le riporta ancora La Repubblica e fanno riferimento a una conversazione intercettata il 15 dicembre 2011. “Da me in facoltà – esordisce Angelo D’Alterio – ci sta una che non la tocca nessuno, non la guardano nessuno perché non so di quale tribù fa parte. Tribù ebraica”. Si inserisce Andrea Coppola, leader di “Blocco studentesco”: “Se tu vedi, questa passa e tu vedi tutti gli israeliani, pure i palestinesi, cioè i palestinesi… Gli arabi che la salutano con rispetto proprio… La cosa infatti mi sta facendo stizzire troppo. Infatti io a questa la devo vattere (picchiare, ndr). O la picchio o me la chiavo e gli faccio uscire il sangue dal c… Però davanti a tutta la facoltà” E la reazione di Casapound Viterbo è in linea con quella dei leader nazionali del movimento: difendere gli indagati e accusare i pm di giustizia ad orologeria. Ieri nel tardo pomeriggio i militanti viterbesi hanno postato su Facebook questa citazione: “Sappiate che OGNUNO DI NOI potrebbe essere il prossimo “mostro da prima pagina”. Stampatevelo bene in testa. Perché qui un’associazione di promozione sociale diventa “banda armata”. Perché qui si possono ascrivere – impunemente e senza prove – capi d’accusa gravissimi a ragazzi e ragazze di 20 anni. Perché qui, all’alba, a perquisire le abitazioni si mandano i Ros, che manco per i latitanti di camorra. Perché qui il tempismo con cui arrivano certe azioni infami non è per nulla casuale. Né sono casuali la gravità dell’accuse, l’accostamento e la sovrapposizione delle diverse realtà politiche coinvolte negli arresti. Quindi, ripeto, stampatevelo bene in testa: domani, sui giornali, al telegiornale, su Internet potrebbe tranquillamente esserci il mio nome, o quello del militante di Cpi più vicino a voi. Perché siamo tutti colpevoli. Colpevoli come i nostri ragazzi di Napoli non di ciò di cui ci accusano di essere ma di avere – questo sì – un sogno nel cuore che li terrorizza”.
Ognuno, leggendo queste affermazioni si farà la propria idea. Di sicuro, rammarica che tra i circa 40 “Mi piace” sotto alla citazione ci sia quello di un’insegnate, ex consigliere comunale del Pdl a Vetralla, ora con La Destra di Storace. Di sicuro, c’è che non siamo tutti colpevoli. A ognuno le sue responsabilità. Giacché la maggioranza degli italiani non tiene il Mein Kampf sul comodino. Magari qualche libro di storia, sì. E a nessuno verrebbe in mente neanche di pensare un gesto come quello ipotizzato ai danni della studentessa ebrea. Se è vero, come ha detto Simone Di Stefano, candidato premier del movimento atteso per domani alle 18 al Caffè Schenardi a Viterbo, che “l’antisemitismo e il razzismo ci fanno vomitare”, allora che prendano le distanze da chi ha sbagliato. Perché innocenti fino a sentenza passata in giudicato, è vero, ma certe parole sono state pronunciate al di là del procedimento giudiziario. E sono parole vergognose.
Non ricordo di scontri tra opposte fazioni a Viterbo (teoria galeottiana di alcuni anni fa) piuttosto di una lunga serie di agguati, pestaggi , intimidazioni fino ad un duplice tentato omicidio. Ricordo che alle ultime politiche i militanti, non tanto giovani, di Rifondazione subirono le attenzioni violente dei fascisti del terzo millennio proprio mentre esercitavano il loro diritto di propaganda elettorale. Visto la partenza frizzante di questa campagna elettorale con l’affissione abusiva dei manifesti di CP non fatico ad immaginare cosa ci riserva il futuro prossimo.