Dimenticate per un momento il wi-fi per connettersi a internet, il Bluetooth, gli infrarossi, la radio, il forno a microonde, il frigorifero, il computer, la parabola satellitare, la televisione in hd, l’asciugacapelli e lo smartphone di ultima generazione. Simboli e feticci della nostra epoca, che hanno di fatto portato nelle nostre case quello che una volta era chiamato futuro – insieme alle auto volanti e ai viaggi interplanetari, per fortuna per quelli c’è ancora tempo – ma anche un bel po’ di quelle famigerate onde elettromagnetiche che così bene alla salute poi non fanno.
No, non si tratta di una comunità amish, dove è persino bandito il gabinetto con lo scarico, ma il progetto di un ecovillaggio per elettrosensibili. A Canino. Ma chi sono esattamente gli elettrosensibili? Il dibattito è ancora aperto. Chi soffre di elettrosensibilità presenta disturbi che vanno dai forti mal di testa a dolori cronici, fino ad arrivare a bruciature della pelle e spasmi muscolari. Causa scatenante, secondo i malati e le varie associazioni che nel corso degli anni sono sorte per il riconoscimento della malattia, l’esposizione alle onde elettriche, elettromagnetiche e ai campi magnetici. Ma gli scienziati e l’Organizzazione mondiale della sanità sono di un altro avviso, declassificando quei sintomi a stress nervoso o ad altre patologie che poco hanno a che vedere con televisori e wi-fi. Ma il popolo degli elettrosensibili non molla di un centimetro ed ecco apparire in giro per il mondo i primi ecovillaggi ”Free Elettrosmog Zone”, come la comunità sulle Alpi francesi e le zone per elettrosensibili in Svezia, il villaggio di Green Bank negli Stati Uniti e il progetto del Tunduqueral Green Village in Argentina.
In Italia, l’idea dell’ecovillaggio è venuta a Cristiana Vignoli, scrittrice fantasy con una passato di autrice per la Rai – suo è il personaggio per bambini Viparella – che col marito Massimiliano Babich è dovuta fuggire da Gemona, sulle montagne friulane al confine con l’Austria, a causa dell’elettrosmog.
”Negli anni ‘90 – racconta la scrittrice al blog Ultima Voce – svenivo nei supermercati. Nessuno sapeva dirmi il perché. Capii che erano i campi magnetici dei grandi frigoriferi. Problemi li ho anche con l’asciugacapelli”. “Ho girato – prosegue – mezza Italia per trovare un’area senza elettrodotti, cavi elettrici in aria, né ripetitori di telefonia mobile”. E durante il percorso ha approfondito il tema dell’elettrosensabilità facendosi portavoce, dirigendo un documentario sull’argomento (”Respiri Magnetici Frattali”) e promuovendo tra le varie associazioni e comitati i No Wi-Fi Days, che si sono svolti il 29 e 30 aprile scorsi, dove con lo spegnimento simbolico di 10mila router si è voluto sensibilizzare il governo sui rischi per la salute, ancora poco chiari, del wi-fi. Tappa finale del suo viaggio Canino, dove nella campagna della Maremma ha rilevato nel 2011 31mila metriquadrati di terra per gettare le basi dell’ecovillaggio.
Oggi, quello che 5 anni fa era un piccolo appezzamento di terra senza acqua né corrente, è diventato un’eccellenza premiata in Regione Lazio con un progetto europeo dei parchi, un centro a basso (quasi zero) impatto ambientale interamente autosufficiente dal punto di vista idrico ed energetico, grazie alle rinnovabili e ad un impianto idrico a caduta. Tra le altre chicche di questa piccola oasi a meno di un’ora dal capoluogo, un orto con prodotti biologici e un casale di 450 mq costruito in legno d’abete col sistema di costruzione ad incastro ”block house”. Presenti anche cinque Yurta, le tende nomadi delle popolazioni della Mongolia e tre casette mobili. Per il futuro c’è l’idea di ingrandirsi ancora di più: altri 300 mq di legno e paglia per quattro case a cui aggiungere altre sei di legno da 50 metri quadrati ognuna.
”Come già accade all’estero – conclude Cristiana – vogliamo costruire il primo ecovillaggio per elettrosensibili in Italia.Potrebbe ospitare 50-60 persone, tra abitanti e permanenze digital detox (staccare la spina dalla tecnologia, ndr) di breve durata. Vorremmo generare lavoro, un indotto per chi perde il proprio a causa dell’invisibile inquinamento ambientale”. E lancia l’appello ”A.a.a. cercasi partner affidabili: chiunque volesse unirsi a noi, è benvenuto”.