”Fatica, ma anche divertimento. Il Focarone è questo”, parola di Gabriele Sambuci. E’ lui il presidente del Comitato Festeggiamenti Sant’Antonio, l’uomo che ha corso più della lepre lo scorso 17 gennaio nell’intento di toccare per primo lo stendardo del santo posizionato, nel ferreo rispetto dell’usanza, in cima alle scale di accesso alla chiesa. Ogni volta, da che mondo è mondo, la guida della squadra che si occupa della festa se la sono giocata così. ”In realtà – racconta Sambuci – da diversi anni la corsa è più che altro un gesto simbolico, perché la scelta del presidente viene concordata all’interno del comitato a tavolino”.
Sabato prossimo c’è il Focarone, una data da segnare in agenda. Una tradizione bagnaiola, diventata evento ”mondano” a cui partecipa un mix di gruppi e sottogruppi cittadini piuttosto trasversale. Nella piazza centrale, quella grande subito fuori le mura del borgo, tutto è pronto. La catasta di legna da ardere, alta sei metri e con una circonferenza di trenta, è in attesa della scintilla in programma per le 18,30. I festeggiamenti inizieranno poco prima, con gli sbandieratori di Viterbo pronti a esibirsi dalle 17. Una volta ”appicciata” la fiamma, tutto andrà da sé, sotto gli occhi attenti dei sessanta ragazzi del Comitato. A loro il compito di sorvegliare il fuoco, servire agli stand le portate tipiche di questa nottata da leoni: pecora alla brace, salsicce, fagioli e ad innaffiare il tutto vino rosso.